Vi sarà pure capitato di non sapere dove poter piazzare una finestra sul desktop, no? Il multitasking è ormai esperienza comune e non bisogna essere per forza dei professionisti per ritrovarsi con più programmi o finestre attive contemporaneamente. E se a questo bisogno ci aggiungessimo anche una densità di pixel maggiore di quanto visto negli ultimi anni, magari abbinato anche a un pannello con qualità IPS, saremo mica davanti a un monitor che potremmo definire (quasi) definitivo? L’ASUS PB279Q si presenta proprio così, ma vediamo se l’impressione data sulla carta sarà confermata nella nostra recensione.
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La risoluzione 4K è ormai una realtà. Presente perlopiù su TV e monitor, ha innalzato in modo netto la qualità del dettaglio (leggasi PPI maggiori): che poi in alcuni contesti sia meno evidente che in altri, è un altro paio di maniche. Al giorno d’oggi la risoluzione di 3840x2160 pixel la troviamo su monitor con pannelli dalla diagonale di 24”, 27”, 28”, 31,5” e 32”, con tecnologie diverse (TN, IPS/AHVA o IGZO). Con prezzi iniziali esagerati, come spesso accade per l’introduzione sul mercato della “novità”, la risoluzione 4K non è più un miraggio e si può avere con costi più bassi rispetto all’inizio e con qualità superiore, complice anche una maggiore concorrenza. Certamente tra questi, per la maggior parte, ci saranno i pannelli di tipo TN (anche se ci sono interessanti eccezioni), ma la maggiore qualità offerta da tipologie più pregiate si farà pagare.
Debuttato verso la fine dell’anno scorso, l’ASUS PB279Q aveva un prezzo d’acquisto consigliato di 799 euro, ma ora si può trovare in alcuni eshop a quasi 100 euro in meno. Il prezzo rimane comunque impegnativo, ma ne vale davvero la pena? Il pannello 4K con qualità IPS, è tutto rose e fiori? Rispondiamo con un “ni”, ma vediamo in dettaglio perché.
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